Decreto Agosto, Cia Sicilia Orientale scrive ai ministri Provenzano e Boccia: “Decontribuzione Sud”, Inaccettabile l’esclusione del settore agricoltura per esoneri e agevolazioni alle imprese”

“Esprimiamo il nostro profondo rammarico per l’esclusione del settore agricolo  dalle misure che riguardano sia l’esonero di alcuni contributi previdenziali che alcune agevolazioni contributive nell’ambito del decreto legge del 14 agosto 2020 n. 104 “cd Decreto Agosto. Esclusione inaccettabile”. Lo dichiara il presidente della Ca Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro che ha inviato una lettera aperta ai deputati dell’Ars e ai ministri Giuseppe Provenzano, Sud e Coesione Sociale, e Francesco  Boccia, Affari  regionali. 

“Riteniamo che quanto accaduto rappresenti una forte discriminazione nei confronti di un settore che, in questo periodo di Pandemia da COVID-19, non si è mai fermato, ha continuato a produrre cibi di qualità, a fornire instancabilmente i generi di prima necessità sulle tavole degli italiani – spiega Di Silvestro –  e che presenta anch’esso difficoltà economiche con interi comparti che stanno subendo pesanti crisi di mercato. “Riteniamo che sia ingiusto che il settore agricolo rimanga fuori da queste agevolazioni, in particolare la cosiddetta “Decontribuzione Sud” prevista dall’articolo 27 che prevede un esonero dal versamento dei contributi pari al 30% dal 1° ottobre al 31 dicembre 2020”.

“Confidiamo nell’intervento dei Ministri con deleghe per il Sud  – sottolinea Di  Silvestro – affinché il prossimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri includa le aziende agricole per le future misure agevolative di decontribuzione il periodo 2021- 2029”

OLIO: VIA ALLA RACCOLTA. CROLLA LA PRODUZIONE LA QUALITÀ RESTA ECCELLENTE

Annata di scarica nelle zone a maggior vocazione olivicola, male la Puglia (-51%) che resta polmone olivicolo nazionale

Crolla la produzione di olio extravergine d’oliva italiano ma la qualità di uno dei prodotti simboli del Made in Italy resta eccellente.

La campagna che sta iniziando segnerà un netto -36% con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione.

A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le Regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%) che risente  in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante. 
Non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla Xylella dove si stimano 2000 tonnellate di olio e un calo del 50% rispetto allo scorso anno. 


Puglia che, nonostante quest’annata difficile, resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva.

Al secondo gradino del podio sale, a sorpresa, la Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che scalza la Calabria (-45%) grazie alle buone temperature di queste settimane.
Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%) e Abruzzo (-33%).

Situazione ribaltata nelle regioni centrali e settentrionali, invece, grazie al clima positivo durante il periodo della fioritura e agli attacchi contenuti della mosca.

Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia-Romagna (+52%).

L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%) che passa da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte alle 2248 tonnellate stimate per quest’annata.

Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino-Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).

“Siamo di fronte ad un’annata a due facce, con i cali nelle regioni meridionali che producono la stragrande maggioranza dell’olio italiano e la ripresa delle regioni centrali e settentrionali che hanno beneficiato di un clima più clemente -ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino-. Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”. 

“La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata mentre fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto -ha spiegato il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini-. Quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati. Occorre inoltre un lavoro istituzionale condiviso per cercare di garantire, su tutto il territorio nazionale, il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori”.

“La qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori -ha aggiunto il presidente di Aifo, Piero Gonnelli-. Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera”.

Export: accordo Cia e Alibaba.com, cibo Made in Italy alla conquista dell’e-commerce globale

Sulla piattaforma web del colosso cinese, spazio al business delle aziende tra incontri con i buyer e servizi dedicati  

Promuovere l’export del Made in Italy agroalimentare, aprendo nuovi canali commerciali online per le aziende associate e favorendo incontri sul web con i buyers di tutto il mondo. Questo l’obiettivo dell’accordo siglato oggi a Roma, nella Sala Stampa Estera, da Cia-Agricoltori Italiani e Alibaba.com, la più grande piattaforma di e-commerce B2B (business-to-business) a livello internazionale e parte del Gruppo Alibaba.

Con la firma dell’intesa, che avrà durata di un anno, Cia e Alibaba.com si impegnano a collaborare -anche attraverso Adiacent, unico global service partner certificato da Alibaba.com per l’erogazione di servizi a valore aggiunto nella Comunità Europea- per sostenere, promuovere e valorizzare aziende locali e prodotti agroalimentari di qualità tramite il portale web internazionale, collegando acquirenti e fornitori, produttori e grossisti, per condurre affari in modalità virtuale.

“E’ un accordo che rinnova l’impegno dell’organizzazione -ha detto Dino Scanavino, Presidente nazionale di Cia- a supporto dell’internazionalizzazione delle aziende agricole e agroalimentari nazionali. Si può vincere la sfida dell’export agevolando l’accesso delle nostre imprese sui mercati stranieri, facilitando non solo il rapporto diretto tra aziende e consumatori, ma anche tra aziende stesse, offrendo nuove e importanti occasioni di sviluppo attraverso il commercio elettronico”.

“La collaborazione siglata con Cia ci rende molto orgogliosi e si inserisce pienamente nel progetto a lungo termine di Alibaba.com per supportare le aziende italiane del settore agroalimentare, in particolare le realtà più piccole, nel loro percorso di digitalizzazione e internazionalizzazione”, ha dichiarato Rodrigo Cipriani Foresio, Managing Director di Alibaba per il Sud Europa, che ha aggiunto: “Alibaba.com conta 20 milioni di buyer in tutto il mondo: la categoria più ricercata è proprio il food, e ciò significa che i prodotti italiani hanno enormi possibilità di farsi conoscere. Alibaba.com, la più grande fiera online al mondo, e Cia, hanno unito le forze per permettere al meglio della nostra produzione agroalimentare di essere apprezzata a livello globale”.

D’altra parte, i dati parlano chiaro. Oggi l’e-commerce B2B (vale a dire lo scambio commerciale di prodotti o servizi tra aziende) è 11 volte più grande del B2C (business-to-consumer, ovvero rivolto dall’azienda al consumatore finale). Attualmente, l’export online italiano B2C vale 11,8 miliardi di euro, mentre l’export online tricolore B2B arriva a fatturare ben 132 miliardi. In questo contesto, Alibaba.com rappresenta la maggiore piattaforma di e-commerce B2B del mondo, con 150 milioni di utenti registrati, 190 tra Paesi e Regioni coinvolte, oltre 300.000 richieste al giorno per 40 settori merceologici. Con un occhio di riguardo proprio al “food&beverage”, che rappresenta la prima voce tra le “top 10 industries” della piattaforma online, con il 12% dei click sul vino e il 7% sulla pasta. 

Tra i punti dell’accordo tra Cia e Alibaba.com, anche tanti servizi a supporto delle aziende sul marketplace: creazione di materiale pubblicitario e informativo; commercializzazione di prodotti e fornitori sulla vetrina “Padiglione Italia” del portale; partecipazione a eventi e attività come roadshow, convegni, promozioni online tramite canali social o media; consulenza di marketing e comunicazione.

“Siamo orgogliosi di prendere parte a questa iniziativa -ha continuato Paola Castellacci, CEO di Adiacent- perché da un lato conferma e rafforza la nostra partnership con Alibaba.com, collaborazione che è stata avviata dal nostro gruppo già dal 2018 e ci ha portati, come Var Group, ad essere premiati come ’Outstanding channel partner of the year 2019’. Dall’altro lato perché siamo convinti che, con 45 anni di esperienza, oltre 2.500 collaboratori e 23 sedi in tutta Italia, il nostro gruppo possa sostenere la digitalizzazione delle imprese del Made in Italy e aiutare le aziende associate Cia a beneficiare al meglio delle opportunità offerte dal più grande marketplace B2B online al mondo”.

Pensioni: Anp-Cia, alzare assegni ad agricoltori rispettando Consulta

Settore ai livelli più bassi, ma sentenza parla chiaro. Bene aumento per quelle d’invalidità.

 

Le pensioni degli agricoltori sono ancora le più basse, ferme a 515 euro, mentre la sentenza della Consulta, la 152 del 22 luglio scorso, parla chiaro e, oltre a imporre l’incremento a sostegno degli invalidi civili totali, ha innescato la revisione anche delle minime. Governo ne tenga conto, interviene Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani pur soddisfatta per l’applicazione della sentenza nel Dl Agosto per quel che riguarda le pensioni d’invalidità, portate a 651,51 euro.

Anp-Cia plaude alla decisione del Governo su questa materia che consente di superare una situazione da molti anni segnalata come fonte d’ingiustizia e disagio sociale, ma non può che evidenziare, ancora una volta, anche le condizioni dei pensionati al minimo, costretti a vivere con un assegno che non consente di provvedere ai bisogni fondamentali e a una vita dignitosa. In questo senso la sentenza della Corte Costituzionale si esprime anche per le pensioni minime, ferme a 515,07 euro.

Inoltre, Anp-Cia, ricorda che la Carta Sociale Europea individua in 650 euro il livello minimo degli assegni da erogare. Oltre a essere, dunque, un problema di giustizia sociale, è anche un riconoscimento del valore di tanti lavoratori. E vale soprattutto per gli agricoltori che hanno svolto un’opera fondamentale per il Paese, assicurando beni essenziali come il cibo e la tutela del territorio. Ora, sottolinea Anp-Cia, si ritrovano tra i più poveri e, in molti casi, costretti a lavorare anche in età avanzata con tutti i rischi per l’incolumità e la salute che questo comporta.

“Il tema delle pensioni minime deve essere affrontato con serietà e rigore nella prossima legge di Bilancio 2021 -interviene il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo- nella quale risulterà senz’altro possibile rintracciare le risorse necessarie”.

“La cosiddetta pensione di cittadinanza -aggiunge Del Carlo- non ha dato soluzione a questo problema, in quanto la stragrande maggioranza dei pensionati non ha potuto accedervi a causa dei previsti criteri restrittivi, mentre l’epidemia del Covid-19 ne ha aggravato notevolmente le condizioni. Continueremo a batterci per i pensionati e gli anziani -conclude il presidente nazionale di Anp-Cia, Del Carlo- affinché vengano loro riconosciuti assegni dignitosi e servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali d’Italia”.

 

Sanità: Anp-Cia, bene revoca superticket. Governo tuteli anziani in difficoltà

Abolizione tassa è buona inversione di tendenza. Si apra stagione di investimenti e innovazione.

L’abolizione della tassa di 10 euro a ricetta per visite specialistiche ed esami diagnostici in strutture pubbliche, apre a una nuova stagione di maggiori tutele anche per gli anziani in difficoltà. A dirlo è Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia che commenta positivamente la revoca da oggi, primo settembre, del superticket sanitario, come annunciata dal ministro Speranza. 

Per Anp-Cia, da sempre attenta alle fasce più deboli della popolazione, la tassa introdotta in piena “spending review”, era chiaramente un ostacolo alle cure di molti anziani, mentre ora non dovrà pagarla più nessuno, indipendentemente dalla prestazione richiesta o dal reddito personale.

Non è la soluzione a tutti i problemi, aggiunge Anp-Cia, ma sicuramente è un buon segnale, un’inversione di tendenza rispetto a quanto fatto fino ad ora nel campo della sanità pubblica, caricando sempre di più i cittadini di oneri eccessivi sia per l’acquisto dei medicinali che per le cure mediche. E’ noto, ricorda Anp-Cia, quanto, a seguito della pesante crisi degli ultimi anni, siano stati proprio gli anziani a subire i disagi maggiori, costretti, in molti casi, anche a non curarsi per difficoltà economiche.

Anp-Cia, soddisfatta per la cancellazione di una tassa ingiusta e della quale aveva più volte sollecitato la rimozione, chiede ora al Governo che si superi definitivamente la stagione dei tagli alla sanità per passare a un periodo di investimenti e innovazione.

“Il Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universalista -commenta il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo- rappresenta un patrimonio essenziale dell’Italia. L’accesso, senza discriminazione né sociale né territoriale, è un diritto di tutti e qualifica il carattere della democrazia. Alla luce di ciò, come Anp -conclude Del Carlo- ci batteremo sempre per la difesa e il potenziamento della sanità pubblica, cruciale, lo ha dimostrato l’emergenza Covid, alla salute dei cittadini, ma anche alla vita sociale ed economica del Paese”.  

A rischio il raccolto di grano duro escalation di incendi dolosi nel Calatino. Lettera al Prefetto di Catania

“Migliaia di tonnellate di raccolto di grano duro rischiano di andare in fumo, a causa del divampare degli incendi dolosi. Come ogni anno, torna la paura dei produttori della Piana di Catania di vedere distruggere il frutto di mesi di sacrifici, di lavoro e di investimenti per l’azione criminale di quanti, con puntualità disarmante, provano a intimidire, danneggiare e creare il caos nelle campagne. A dichiararlo, è  Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia Orientale che oggi ha inviato una lettera al prefetto Di Catania, Claudio Sammartino.

“È fondamentale che tutte le Istituzioni tengano alta l’attenzione e agiscano sinergicamente per ristabilire con determinazione il principio di legalità, stringere le maglie dei controlli, allargare le azioni di prevenzione affinchè ogni tentativo di prevaricare e destabilizzare l’Ordine e la sicurezza Pubblica venga fermato”. “L’allarme è stato già lanciato da alcuni agricoltori della zona del Calatino che hanno subito in queste ore i primi danni all’interno dei propri terreni coltivati – scrive Di Silvestro – abbiamo ricevuto le prime segnalazioni di incendi di natura dolosa  e prima di assistere ad una prevedibile escalation chiediamo una maggiore presenza delle forze dell’Ordine nelle campagne. E’ necessaria un’azione di prevenzione e tutela del territorio”. “Tra l’altro, con l’approssimarsi dell’estate e dell’aumento delle temperatura aumenta anche il rischio fiamme non dolose. Per questo serve avviare una seria ed efficiente campagna antincendio”.

 

Dl Rilancio: Anp-Cia, i 3,2 mld a sanità aprano nuova fase cura della persona

Tra le priorità, l’assistenza territoriale e una legge quadro sulla non autosufficienza

La fase 2 dell’emergenza Coronavirus decreti una positiva inversione di tendenza, risolvendo definitivamente il deficit nei servizi sanitari delle grandi città come delle aree interne del Paese. Così Anp, l’associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che indica le priorità da affrontare con i 3,2 mld previsti nel Dl Rilancio per la sanità pubblica italiana.

Per Anp-Cia, occorre riprogettare il sistema sanitario nelle sue articolazioni regionali, partendo dal potenziamento delle strutture ospedaliere, secondo le esigenze che la pandemia ha reso evidenti. Servono percorsi di cura della persona dedicati e la riorganizzazione dei servizi sul territorio, rafforzando la dotazione di personale medico e infermieristico.

Secondo Anp-Cia va, infatti, implementato il sistema delle cure primarie, in particolare nelle zone rurali d’Italia con centri ospedalieri di prossimità e poliambulatoriali h24, come le case della salute, e rivisto completamente il sistema dell’assistenza domiciliare, in particolare alle disabilità e alla non autosufficienza, con l’introduzione per esempio della telemedicina o delle farmacie rurali. Occorre, inoltre, promuovere l’azione del volontariato e degli attori sociali del terzo settore. Queste, sono solo alcune delle priorità che, oggi, evidenzia Anp-Cia che ricorda, qualora ve ne fosse ancora bisogno, il valore del sistema sanitario nazionale, grande elemento di coesione sociale e di tutale della salute, primo diritto fondamentale per i cittadini.

Le politiche socio-sanitarie devono, quindi, per Anp-Cia, tornare a essere una priorità nell’agenda politica del governo, rappresentando anche la precondizione per la tenuta e lo sviluppo economico del Paese, nonché un elemento di competitività per i territori.

Inoltre, sottolinea Anp-Cia, alla luce di quanto drammaticamente accaduto con l’emergenza Coronavirus, è necessario introdurre una nuova legge quadro sulla non autosufficienza capace di garantire servizi, ausili, assistenza e sostegni alle famiglie, nell’obiettivo primario di mantenere l’anziano nel proprio ambiente familiare. Mentre per le RSA, il sistema pubblico torni a programmare e gestire le strutture, recuperando terreno nel rapporto con gli operatori privati, impegnati nel settore.

Infine, Anp-Cia ribadisce la proposta di una nuova legge quadro, anche sull’invecchiamento attivo, per la valorizzazione sociale degli anziani e necessaria a contrastarne gli stadi di disagio, attraverso un approccio multidisciplinare e integrato.

“Abbiamo apprezzato l’incremento delle risorse al servizio sanitario nazionale, previsto nella legge di bilancio 2020 -dichiara Alessandro Del Carlo, presidente nazionale Anp-Cia-. Consideriamo, adesso, l’impegno che il governo si è assunto per la sanità con il Dl Rilancio, un’opportunità improcrastinabile. Non consideriamo poi secondario -conclude Del Carlo- quanto i servizi sanitari possano fungere da collante sociale, nel rapporto fra aree metropolitane e interne, fra città e campagna. In questo momento storico, fondamentale a una reale ripresa del Paese”.

 

Dl Rilancio: Donne in Campo-Cia, riaprire le porte delle fattorie didattiche

In Italia quasi 3 mila strutture. I loro centri estivi, garanzia per le famiglie italiane durante la fase 2

Impastare formaggi e camminare in aperta campagna, sporcarsi le mani di terra e raccoglierne i frutti, dare da mangiare ai conigli e fare esperienza della vita in fattoria. Sono queste solo alcune delle attività, educative e didattiche, offerte dalle fattorie didattiche italiane che con l’arrivo dell’estate, ospitano, da sempre, migliaia di bambini e ragazzi, dando un supporto concreto a tante famiglie. A ricordarlo è Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, in vista della riapertura dei centri estivi fissata per il 15 giugno.

Su tutto il territorio nazionale -spiega Donne in Campo- ci sono 3 mila strutture già pronte a rispondere, per loro stessa natura, alle esigenze di tanti genitori che per l’emergenza Coronavirus, devono far fronte alla chiusura delle scuole come, per via dello smartworking, a nuove esigenze organizzative della vita familiare.

“Si faccia presto, dunque -sottolinea la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- creando le condizioni per la riapertura delle fattorie didattiche, perché possano attivare i centri estivi per bambini e ragazzi, almeno nelle regioni in cui lo stato epidemiologico, lo consenta”.

“Il nostro appello, dà voce alle tante richieste che riceviamo anche dai più piccoli -spiega Terenzi- per i quali il centro estivo, in fattoria didattica, è un appuntamento immancabile d’estate. Inoltre -aggiunge Terenzi- non sono pochi i genitori preoccupati per gli effetti del lockdown sui loro figli. Occorre recuperare uno stato di salute pieno che, come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tenga conto del benessere fisico, psichico e sociale”.

“Le fattorie didattiche del nostro Paese -precisa poi Terenzi- sono un’eccellenza dell’agricoltura al femminile e potrebbero agevolare da una parte, il rientro al lavoro di tante donne e dall’altra la tutela di molti nonni, tra i più esposti al contagio, che si prendono cura dei nipoti, soprattutto d’estate”.

“Positivo quanto previsto dal Dl Rilancio che dà la possibilità di utilizzare il bonus babysitting di 1.200 euro a famiglia, per i centri estivi -commenta Dino Scanavino, presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani-. Attenzione, ora, alla fase attuativa che deve, appunto, prevedere da parte del governo altrettanta attenzione al potenziale, già a disposizione, rappresentato dalle fattorie didattiche, già disponibili con i loro centri estivi. Ribadiamo poi -conclude Scanavino- la necessità di un protocollo di sicurezza che consenta, in modo chiaro e adeguato, la ripresa delle attività. Ancor più l’urgenza di semplificare e finalizzare al meglio gli aiuti economici alle imprese agricole e, quindi, anche alle fattorie didattiche”.

Fase 2: Cia, DL rilancio; dopo emergenza sostegno comparti più danneggiati

Estendere Superbonus energetico anche a settori produttivi

Dopo l’emergenza Coronavirus, il Dl Rilancio varato dal governo per la fase 2, è di estrema importanza per traghettare l’Italia fuori dal lockdown e dai suoi effetti negativi sull’economia. Per questo, Cia-Agricoltori italiani, che oggi è intervenuta in audizione in Commissione Agricoltura della Camera, ritiene fondamentale che le misure messe in campo per il settore produttivo e, in particolare, per l’agricoltura, trovino soluzione in tempi brevi.

‘’Ora, infatti, -secondo il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- per il settore agricolo e agroalimentare non è più il tempo delle attese. Dopo aver dimostrato grande tenuta durante il periodo emergenziale, garantendo cibo sano e di qualità agli italiani, occorre assicurargli, fattivamente, misure che sostengano i comparti più danneggiati ed esposti e che sappiano accompagnare le aziende in una fase inedita di consumi’’.

Cia sostiene, dunque, come adesso, sia cruciale il lavoro parlamentare di conversione in legge del Decreto. Ciò, per intervenire su una serie di elementi, sia nell’ambito del capitolo dedicato alle misure agricole, sia in quello trasversale applicabile a tutte le attività produttive.

‘’In quest’ottica -sottolinea Scanavino- è opportuno, in primo luogo, che il Fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi, possa essere gestito in maniera efficace, andando a risarcire le perdite dei comparti in sofferenza e sia, al tempo stesso, attuato in tempi rapidi’’.

Inoltre, guardando in prospettiva e al tema specifico della sostenibilità ambientale, resta auspicabile la possibilità di estendere alcune misure previste dal Superbonus energetico alle attività produttive. Tali misure, infatti, avrebbero un duplice effetto, potrebbero contribuire all’efficientamento energetico di molte aziende agricole, ma anche all’attivazione di un interessante indotto necessario alla relativa attuazione.

Cia richiama poi, l’attenzione del governo sul settore agrituristico che, per via dell’azzeramento delle entrate reddituali, merita tutti gli sforzi affinché le misure previste siano di semplice applicazione e realmente efficaci per gli operatori.

Si conferma necessario, per Cia, anche il sostegno al Made in Italy, attraverso strumenti orientati sia al consumatore sia al rilancio dei prodotti agricoli italiani, all’interno del canale commerciale Horeca che sta tentando di ripartire dopo la lunga chiusura.

Cia ricorda, infine, quanto sia importante per le aziende agricole poter usufruire degli aiuti previsti nelle misure orizzontali a fondo perduto, ma è necessario che vengano stabilite le risorse ad hoc per i vari comparti.

 

 

Coronavirus: Cia, urgente attivare bonus “donne in campo”

Fondo in legge di Bilancio 2020-2022 utile a oltre 200 mila aziende e a nuove attività

Il governo attivi il bonus “donne in campo”, misura prevista nella legge di bilancio 2020-2022 e annunciata, lo scorso novembre, dalla ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova. A chiederlo e sottolinearne l’importanza, soprattutto in questa “fase 2” dell’emergenza Coronavirus, è Pina Terenzi, presidente di Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani.

“Sarebbe un’importante boccata d’ossigeno per oltre 200 mila aziende agricole al femminile, attive in Italia tra settore vitivinicolo, zootecnico e ortofrutticolo, ora ancor più in difficoltà a causa del lockdown” sottolinea Pina Terenzi, riferendosi a quanto stabilito dalla misura, un fondo rotativo da 15 milioni per garantire mutui a tasso zero, fino a 300 mila euro, alle imprenditrici agricole o a quelle che vogliano diventarlo.

“Quel 40% di forza lavoro rappresentato dalle donne in agricoltura -commenta Terenzi- potrebbe, finalmente, usufruire di un incoraggiamento, oggi più che mai, necessario”.

“Il bonus ‘donne in campo’ -aggiunge il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- può essere, infatti, un valido riconoscimento nei confronti dell’imprenditoria femminile che nel nostro Paese, ha avuto il merito di trasformare la creatività, in vera innovazione economica e sociale: dall’agriturismo alla vendita diretta, dall’agricoltura sociale alla tutela e commercializzazione della biodiversità, fino agli agri-asili e allo sviluppo degli agritessuti.

“Inoltre, supportare le donne con un aiuto concreto per investire nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e, quindi, anche in ricerca e innovazione -continua Scanavino- sarebbe, in questo momento, espressione di una reale visione strategica, capace di dare slancio alla ripresa economica, grazie all’apporto delle migliori energie del Paese. E’ per questo che il bonus ‘donne in campo’ -conclude Scanavino- deve avere urgente attivazione”.