Controlli serrati sull’etichettatura e più contratti di filiera tra agricoltori e industria. Questo serve, con urgenza, per salvare il #grano e la #pasta Made in Italy dall’attuale svalutazione del cereale in campo. Ѐ l’ennesimo appello, quello di #Cia, che sulla questione ha già acceso la mobilitazione nazionale e lanciato la petizione con raccolta firme su change.org (https://chng.it/zVC8sWyT75).

Anche la Cia Sicilia Orientale riunita a Caltagirone invita gli agricoltori a firmare la petizione per salvare il grano nazionale a tutela e valorizzazione del cereale e della pasta Made in Italy, per dire no alle speculazioni commerciali messe in atto sulla pelle dei produttori e dei consumatori, come alle importazioni incontrollate dall’estero e al falso grano straniero spacciato per italiano.

Nel Salone di Rappresentanza “Mario Scelba” in Piazza Municipio Francesco P. Favata, Presidente CIA – Agricoltori Italiani – Sicilia Orientale ha riunito esperti e rappresentati delle istituzioni per discutere delle problematiche inerenti il grano duro. Attorno al tavolo, Piergiorgio Cappello, assessore allo Sviluppo delle risorse territoriali Comune di Caltagirone, Salvatore Grassiccia, presidente CIA – Agricoltori Italiani Caltagirone, Gaetano Chinnici, professore associato di Economia ed estimo rurale del Di3A, Carmelo Nicotra, direttore Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia, Vincenzo Grassia del comitato Esecutivo CIA–Agricoltori Italiani–Sicilia Orientale, Carmelo Allegra, presidente CIA – Agricoltori Italiani Raddusa. Ha concluso i lavori Graziano Scardino Presidente CIA Sicilia.

Un’azione necessaria secondo l’Organizzazione, per far fronte alle principali cause della crisi che sta investendo le aziende del comparto, tra crollo vertiginoso del valore riconosciuto al grano duro italiano, passato in pochi mesi da 550 a 350 euro a tonnellata, e insostenibili costi di produzione, circa 1.400 euro per ettaro, quando si vende a 1.100 euro per ettaro (-300 euro). Il prezzo del grano è sceso del 40% nelle ultime settimane, mentre quello della pasta sullo scaffale è aumentato in media del 30%.

Ѐ, dunque, per porre fine a tutto ciò che Cia lancia il suo appello alla mobilitazione nazionale.  La #Cia chiede al governo: il riconoscimento dei costi medi di produzione ai cerealicoltori e maggiori controlli sull’etichettatura, l’istituzione della CUN (Commissione Unica Nazionale) del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria, oltre all’avvio immediato del Registro Telematico dei Cereali.

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