Crisi idrica e campagne a secco, Cia Sicilia Orientale scrive al prefetto di Catania

Il presidente Franceso Favata “Chiediamo un tavolo per un piano di intervento urgente”

“Chiediamo al Prefetto di Catania di convocare un tavolo di confronto con gli Enti preposti per affrontare la drammatica crisi che vivono gli agricoltori per il perdurare della stagione siccitosa e della mancanza di acqua negli invasi del bacino imbrifero della piana di Catania”. A dichiaralo è il presidente di Cia Sicilia Orientale, Francesco Favata, che ha inviato una lettera al prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, affinché intervenga con gli enti preposti alla predisposizione di un piano di emergenza, con il quale si verifichi lo stato dell’arte, si individuino gli interventi urgenti da effettuare per incrementare le risorse idriche, razionalizzandone l’uso, si accelerino le opere di manutenzione necessarie al collegamento tra gli invasi, e in ragione del quale ognuno sia in grado di assumersi a pieno le proprie responsabilità.

“Allo stesso tempo – aggiunge Favata – chiediamo al Governo regionale e all’Assessore dell’Agricoltura un programma di misure volte ad affrontare la situazione di crisi”. 

“Ad oggi gli invasi risultano essere semivuoti e con gravi deficienze strutturali –aggiunge Favata – Il perdurare di una stagione mite e soleggiata e la mancanza di piogge che si protrae da alcuni mesi, rischia di assestare un colpo non indifferente al comparto agricolo catanese già alle prese con una crisi strutturale e di mercato. L’andamento di una stagione meteorologicamente anomala, prelude la compromissione produttiva degli impianti arborei e orticoli e la sussistenza delle stesse colture, aggravando di fatto la condizione economica delle imprese agricole e l’occupazione”. “I clamorosi ritardi nel completamento delle strutture di accumulo dell’acqua e delle infrastrutture irrigue, oltre all’incapacità di captare e conservare le acque piovane in un tutt’uno con il mancato utilizzo delle acque reflue, non fa che aggravare le responsabilità di chi ha lasciato in uno stato comatoso gli Enti come i Consorzi di Bonifica sovrastati dai debiti e in modo perenne commissariati”. 

Spiega anche il coordinatore di  giunta e responsabile regionale per i consorzi di bonifica Cia, Giosuè Catania:  “Ad oggi nonostante si abbia la certezza della mancanza di acqua negli invasi, continua l’invio dei ruoli consortili senza tener conto purtroppo della difficile condizione di migliaia di aziende agricole che non riceveranno alcun servizio, o come in alcune zone prive di condotte o con reti fatiscenti sino a tal punto che da anni diventa un sogno veicolare l’acqua per le colture. Gli invasi Pozzillo e Ogliastro non hanno registrato alcun accumulo di acqua, mentre l’invaso di Lentini, nonostante abbia accumulato acqua a sufficienza, resta ferma e inutilizzata a causa del non funzionamento degli impianti di sollevamento.

Circostanza non emergenziale ma nota, tanto che l’anno scorso era stato annunciato un finanziamento per il ripristino degli stessi impianti. Da 28 anni i Consorzi di Bonifica sono gestiti da Commissari, senza alcuna volontà di affrontare il tema del riordino e lasciando gli stessi Enti sepolti dai debiti e privi di capacità di investimenti produttivi. Da tempo chiediamo la Riforma dei Consorzi di Bonifica, con proposte circostanziate e finalizzate a rendere la gestione democratica con la governance degli agricoltori, una volta depurati dai debiti e dalle incrostazioni gestionali che hanno ridotto i Consorzi ad essere centri di inefficienza riconosciuta. Naturale che in queste condizioni si deve pensare ad esonerare il ruolo 2023 e non pensare all’invio dei ruoli solo per esigenze amministrative alquanto maldestre. Bisogna accelerare l’utilizzo dei 25 milioni di euro stanziati per il parziale esonero dei ruoli 2020 e 2021 e destinati agli stessi Consorzi di bonifica. Sono somme destinati alla produzione ed i produttori si aspettano che vengano investiti per migliorare i servizi di erogazione delle acque”. 

Conclude il presidente Francesco Favata: “L’incertezza sulla nuova campagna irrigua ormai reale, preoccupa fortemente le aziende agrumicole ed in particolare le aziende orticole che non sono in grado di programmare gli impianti di carciofeti a causa della indisponibilità di acqua. Ciò per una coltura importante del nostro territorio significherà mancanza di reddito e diffusa disoccupazione di mano d’opera oltre che impoverimento del tessuto economico. 

Nuova Pac, piani strutturali e semplificazione finanziaria incontro a Biancavilla

Una corretta riforma al fine di utilizzare tutti i fondi disponibili, anche attraverso seri piani strutturali e un necessaria semplificazione burocratica. Temi al centro del dibattito dal titolo “La PAC 2023-2027 per l’agroalimentare Consulenza e Orientamento per le Aziende Agricole”  organizzato  da CIA, Agricoltori Italiani Sicilia Orientale. “Abbiamo messo in campo alcuni strumenti di supporto al grande lavoro di consulenza che ci aspetta –  ha dichiarato il presidente Cia Sicilia Orientale Francesco Favata – per la divulgazione delle nuove opportunità introdotte dalla riforma 2023-2027. La nuova PAC richiederà un cambio radicale di rapporto con gli agricoltori nella predisposizione del proprio piano colturale e soprattutto nella redazione degli atti amministrativi. Il produttore dovrà essere accompagnato nelle scelte da fare tra i diversi eco-schemi e le altre tipologie di sostegni disponibili. “Un ruolo altrettanto importante lo svolgeranno i GAL – Graziano Scardino, presidente CIA Sicilia e CAA CIA Nazionale – con una seria applicazione di alcune misure previste  come  programmazione locale e quindi aderente alle esigenze territoriali. Sono intervenuti, tra gli  altri,  Gaetano Agliozzo, presidente CIA – Agricoltori Italiani – di Adrano e Biancavilla, Antonio Bonanno, sindaco di Biancavilla e Andrea Brogna, responsabile Ufficio di Piano GAL Etna, Nicolò Amoroso, direttore CIA, Sicilia Orientale, Giovanni Sutera, dirigente – Servizio 9 – Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Catania; Enrico Catania, presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Catania. 

Ortofrutta: Cia, bene tavolo al Masaf. Ora dare liquidità al settore

Servono risposte immediate a crisi, da piano di sviluppo e promozione a questione manodopera
e regolamento sugli imballaggi

Rendere subito operative le risorse previste dalla legge di Bilancio per dare
subito liquidità al settore e costruire un piano nazionale di sviluppo, puntando sull’aggregazione
attraverso le Op; garantendo il giusto reddito a tutti i soggetti della filiera, mediante processi di
certificazione; favorendo campagne promozionali per incentivare i consumi in calo. Queste
alcune delle richieste prioritarie presentate, oggi, da Cia-Agricoltori Italiani al Tavolo Ortofrutta
convocato al Masaf dal ministro Lollobrigida.
“Siamo soddisfatti che sia arrivato il momento del confronto istituzionale sull’andamento
del comparto, così come da noi auspicato e sollecitato da tempo -ha detto il presidente nazionale
di Cia, Cristiano Fini, intervenendo al Tavolo-. Questo perché il comparto, pur rappresentando il
25% della produzione agricola nazionale con un valore di 15 miliardi, sta vivendo una fase di
acuta crisi, tra il notevole incremento dei costi di produzione, l’andamento climatico anomalo, la
mancanza di manodopera e le emergenze fitosanitarie”.
In particolare, ha ricordato Fini “le situazioni più preoccupanti si registrano sul pomodoro
sia da mensa che da industria e sull’uva da tavola che, oltre alle difficoltà generali del comparto,
scontano le incertezze sul prezzo riconosciuto alle aziende agricole. Restano, poi, problemi
anche sugli agrumi, che fanno i conti con la concorrenza, a volte sleale, delle produzioni del Nord
Africa e della Spagna”.
Per tutti questi motivi, Cia ritiene necessario agire rapidamente con provvedimenti e
risorse dedicate, utili a tutelare e incentivare la competitività dell’ortofrutta Made in Italy nel
mercato interno ed estero.
Nello specifico, Cia chiede anche di: snellire le procedure burocratiche e rivedere le quote
del Decreto flussi per risolvere la questione manodopera nei campi; implementare la diffusione
del progetto frutta e verdura nelle scuole; rivedere i negoziati europei governando i flussi di
importazione per determinati quantitativi e periodi; finanziare progetti di ricerca che mirino
all’applicazione di pratiche agronomiche maggiormente sostenibili e produttive con l’apertura alle
nuove tecniche genomiche; vigilare sulla proposta Ue del nuovo regolamento sugli imballaggi
che rischia di aumentare i costi per i materiali alternativi alla plastica e potrebbe avere ricadute
sulla sicurezza alimentare e sulle qualità organolettiche per prodotti considerati tra i più deperibili.

Convegno a Biancavilla di La PAC 2023-2027 per l’agroalimentare Consulenza e Orientamento per le Aziende Agricole”

La CIA, Agricoltori Italiani Sicilia Orientale ha messo in campo alcuni strumenti di supporto al grande lavoro di consulenza che ci aspetta, per la divulgazione delle nuove opportunità introdotte dalla riforma 2023-2027.
La nuova PAC richiederà un cambio radicale di rapporto con gli agricoltori nella predisposizione del proprio piano colturale e soprattutto nella redazione degli atti amministrativi.
Il produttore dovrà essere accompagnato nelle scelte da fare tra i diversi eco-schemi e le altre tipologie di sostegni disponibili.
questi ed altri i temi che verranno affrontati nel corso del Convegno dal titolo “La PAC 2023-2027 per l’agroalimentare Consulenza e Orientamento per le Aziende Agricole” che si terrà il prossimo martedì 14 marzo, alle 17,30 a Biancavilla, Villa delle Favare (Via Vittorio Emanuele n° 124/B).
Presiederà l’incontro, Francesco Paolo Favata, presidente CIA – Agricoltori Italiani – Sicilia Orientale. Dopo i saluti di Gaetano Agliozzo, presidente CIA – Agricoltori Italiani – di Adrano e Biancavilla, Antonio Bonanno, sindaco di Biancavilla e
Andrea Brogna, responsabile Ufficio di Piano GAL Etna. Interverranno: Nicolò Amoroso, direttore CIA, Sicilia Orientale, Giovanni Sutera, dirigente – Servizio 9 – Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Catania; Enrico Catania, presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Catania. Concluderà,
Graziano Scardino, presidente CIA Sicilia e CAA CIA Nazionale

Aperta la IX conferenza economica di Cia nazionale. Tra i nodi da affrontare: sostenibilità e transizione ecologica

Si è aperta oggi a Roma la IX conferenza economica di Cia nazionale. Una quattro giorni durante la quale Cia apre alla politica, confrontandosi con ministri e sottosegretari. Anche una delegazione della Cia Sicilia Orientale, guidata da Francesco Favata è presente all’incontro, per fornire spunti e contributi alle principali questioni economiche che coinvolgono l’agricoltura e il settore agroalimentare in generale. Tra i nodi da affrontare: il sistema alimentare, la buona alimentazione che derivi dall’agricoltura e non dal cibo sintetico, la sostenibilità ambientale, una migliore gestione delle acque, il reddito, il clima, le aree rurali, la transizione ecologica, le infrastrutture.

La Cia nazionale ha chiesto in maniera decisa che l’argomento Agricoltura venga messo in primo piano nel sistema economico-sociale italiano ed europeo. “Il mondo della produzione è la base di ogni processo – ha sottolineato Francesco Favata – deve essere tutelata e rispettata, prevedendo congrue risorse”.

Direttivo a Milazzo su disastro idrogeologico: Chiesto incontro urgente con il sindaco di Terme Vigliatore, sul tavolo delibere e PAN

Oggi si è tenuto il direttivo della CIA di Milazzo assieme ai produttori florovivaisti della zona, nel corso del quale si è discusso del dissesto idrogeologico. Sono stati analizzati con attenzione sia i contenuti delle delibere del Comune di Terme Vigliatore ed il loro impatto nello svolgimento delle attività vivaistiche nel territorio, sia quelli del PAN – Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fito-sanitari. Alla fine del dibattito è stato prodotto un documento con il quale i rappresentanti di Cia Sicilia Orientale chiedono di incontrare con urgenza il sindaco del Comune della provincia messinese, al fine di ricercare delle soluzioni possibili e condivise, e definire buone pratiche agricole che tutelino gli imprenditori i, le popolazioni ed il territorio nel suo complesso.

Caro bollette: Anp-Cia a Governo, rischio indigenza per milioni di anziani

Non sono più sufficienti i provvedimenti, pur apprezzabili, che il Governo ha inserito nella legge di Bilancio. Servono misure straordinarie per evitare che tantissimi pensionati, soprattutto quelli con assegni al minimo, precipitino di colpo in una condizione d’indigenza, impossibilitati a far fronte all’aumento esponenziale del costo della vita, tra caro energia, inflazione ed effetti della pandemia. È l’allarme lanciato da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani.

In particolare, secondo l’Anp, rispetto alla crescita record delle bollette di luce e gas, oltre a un intervento eccezionale di contenimento, serve una strategia a breve e a lungo termine per superare, da una parte, la dipendenza dall’estero sull’approvvigionamento energetico, dall’altra per aumentare la produzione da fonti rinnovabili, investendo per esempio sull’agri-fotovoltaico. Inoltre, occorre intervenire sulla composizione dei costi attribuiti in bolletta, abbattendo i cosiddetti costi di sistema che oggi incidono fino al 50% sulla cifra totale rispetto ai consumi reali. È una situazione ingiusta per tutti, ma che diventa insostenibile per i redditi bassi.

Quanto alla ripresa dell’inflazione, per Anp-Cia sta avendo conseguenze immediate e gravi sui prezzi dei beni essenziali, a cominciare da quelli alimentari, producendo effetti devastanti, soprattutto per i soggetti meno abbienti. L’Istat ha registrato un forte aumento di persone in condizione di povertà assoluta, in particolare di quelle con minore protezione sociale, come i pensionati a basso reddito.

Infine, c’è il Covid, che continua a essere un’emergenza sanitaria, economica e sociale. In due anni la pandemia ha sconvolto gli equilibri sociali, procurato danni enormi in termini di vite umane, messo sotto pressione il sistema sanitario e i settori produttivi, fatto precipitare il Paese in una crisi senza precedenti. E gli anziani continuano a pagare il prezzo più alto: per loro, anche ora, precauzioni e distanziamento spesso significano isolamento sociale.

“Questo non è il Paese che Vogliamo -dichiara il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. La legge di Bilancio ha ignorato i pensionati al minimo, non ci sono stati benefici significativi dal decreto fiscale per i ceti sociali più bassi. Solo sulla sanità c’è stato uno sforzo importante, ma oltre all’emergenza Covid, c’è da recuperare un arretrato enorme di visite e interventi, che richiederà un impegno straordinario e di lunga durata”. Adesso, aggiunge, “c’è bisogno di uno sforzo ulteriore da parte del Governo per evitare una ‘tempesta perfetta’ a danno di milioni di anziani”.

Da parte sua, conclude Del Carlo, “l’Anp-Cia continuerà a battersi per la difesa dei pensionati, per assegni dignitosi e servizi socio-sanitari adeguati nelle aree interne e rurali, per la tutela del ruolo sociale degli anziani nella società”.

Campagne sotto assedio: tra calamità naturali e aumenti sconsiderati di materie prime alla Piana di Catania imperversano furti, danneggiamenti e pascoli abusivi

“L’aumento del costo delle materie prime di almeno il 30% è solo l’ultima tegola che arriva sulla testa degli agricoltori della Piana di Catania, che si inserisce in un quadro più complesso”. A lanciare l’allarme è il presidente della Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, che dall’inizio dell’anno ha programmato una serie di incontri con gli amministratori e i referenti CIA dei comuni etnei della Piana di Catania per sostenere con forza le legittime rivendicazioni della categoria, nei confronti del Governo Nazionale e della Regione Siciliana. 

“Come se i lampi e i tuoni precipitati tra ottobre e novembre scorsi non fossero stati abbastanza – ha ironizzato  Di Silvestro –  sono piovuti dal cielo anche aumenti insostenibili per le casse dei produttori. A triplicare nel giro di poche settimane sono stati soprattutto i prezzi del gasolio per i mezzi di campagna, dell’energia elettrica che alimenta le pompe per il sollevamento dell’acqua necessaria per irrigare i campi. In piena semina del grano, posticipata di un mese a causa delle scorse alluvioni, abbiamo assisto al rincaro di mangimi, dei concimi, dei semi. Grandi disagi anche per i produttori dell’uva da tavola – aggiunge Di Silvestro – che in questo periodo dell’anno provvedono alla copertura dei campi per anticipare la produzione, costretti fare i conti anche con gli aumenti della plastica e dell’acciaio”.

L’ultimo incontro si è tenuto a Caltagirone alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente provinciale Francesco Favata, del responsabile Cia Caltagirone, Salvatore Grassiccia e dei componenti Cia Calogero Giancone e Salvo Grosso, dell’assessore alle Attività Produttive del comune calatino, Piergiorgio Cappello e dei delegati delle frazioni di Granieri, Titti Metrico, e di Piano San Paolo, Nicolò Caristia.

“Sono territori – ha ricordato il presidente Di Silvestro – già pesantemente colpiti dalle alluvioni e dal ciclone mediterraneo Medicane che hanno mandato in rovina gran parte dei prodotti, pregiudicando anche i raccolti successivi, e mandato in frantumi argini, recinzioni, scoperchiato tetti di capannoni e stabilimenti. Ogni azienda piange centinaia di migliaia di euro  di danni, senza avere ricevuto ancora un solo euro di indennizzo o ristoro”.  

Ma i partecipanti alla riunione hanno evidenziato anche altre emergenze. “Sono emersi anche – ha ripreso Di Silvestro – i vecchi soliti problemi che non riusciamo ad estirpare, come i  furti nelle campagne, saccheggi veri e propri, i danneggiamenti alle strutture, i pascoli abusivi.  Fenomeni che mostrano, neppure troppo velatamente, una regia di prepotenza e di prevaricazione per il controllo del territorio”. 

“Per questo – ha concluso Di Silvestro – abbiamo scritto al Prefetto di Catania, richiamando l’attenzione sull’ultimo protocollo d’intesa sottoscritto qualche tempo fa, assieme alle Forze dell’Ordine e le associazioni rappresentative degli agricoltori, che aveva l’obiettivo  di concertare un’azione di contrasto nei confronti della criminalità, che colpisce miratamente le imprese agricole”.

Agricoltura, l’abbandono delle campagne e l’allarme Cia Sicilia Orientale

Il presidente Giuseppe Di Silvestro, “E’ inaccettabile che i nostri figli siano costretti a fare la valigia mentre  sono tanti gli stranieri che ormai  in Sicilia, hanno trovato l’America”

La Regione siciliana investa sui giovani in agricoltura, servono strumenti e risorse per trasformare i vecchi terreni dei nonni in attività agricole 4.0 innovative ed ecosostenibili

L’allarme della Cia di Barcellona, il presidente Enzo Li Voti: “Il vasto comprensorio che si  estende tra Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Capo d’Orlando, tra i più colpiti dell’isola per abbandono delle attività, agricole: gli anziani vanno in pensione e i giovani non ci credono più”

L’allarme arriva da quell’angolo di Sicilia tanto suggestivo, incastonato tra i Peloritani, i Nebrodi e le Madonie che si affaccia sul mar Tirreno. Un territorio fertile compreso tra i comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Capo d’Orlando, ricco di storia e di un patrimonio ambientale che tuttavia rischia di cedere all’incuria e al declino idro-geologico, orfano dei vecchi  custodi della terra, gli agricoltori.  

“La Regione siciliana investa sui giovani in agricoltura, servono strumenti e risorse per trasformare i vecchi terreni dei nonni in attività agricole 4.0 innovative ed ecosostenibili”, dichiara presidente di Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro, che ha raccolto  il grido di allarme dei  produttori della zona. 

“Il vasto comprensorio della provincia di Messina è tra i più colpiti dell’isola per abbandono delle attività agricole – aggiunge il presidente di Cia Barcellona, Enzo Li Voti – gli anziani vanno in pensione e i giovani non ci credono più, c’è una totale assenza di manodopera”. 

“Le recenti e drammatiche notizie di cronaca delle alluvioni che hanno colpito indistintamente tutta la nostra regione dovrebbero far riflettere in tanti – sottolineano Di Silvestro e Li Voti – “Certo, sono eventi straordinari, ma sulle cui conseguenze pesi la responsabilità della politica che per quarant’anni ha lasciato in abbandono i territori, con la manutenzione all’osso di fiumi, torrenti, colline, affidata quasi  esclusivamente alle iniziative dei contadini che oggi hanno abbandonato la terra per età o per mancata redditività”. 

“E’ tutta la Sicilia uno scrigno di tutelare e valorizzare – aggiunge Di  Silvestro – E’ inaccettabile che i nostri figli siano costretti a fare la valigia mentre sono tanti gli stranieri ormai che nella nostra regione trovano l’America, portano i capitali, trasformano le vecchie masserie in agriturismo, boutique country hotel, fanno bio- agriturismo e produzioni innovative”. “Eppure la Regione siciliana ha gli strumenti finanziari per poter fare fronte a progetti nuovi e innovativi, nel rispetto della compatibilità ambientale, come prevede  l’Agenda 2030 e la strategia Farm to Fork, che è al centro del Green Deal europeo, indirizzata a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente, perseguendo la riduzione dell’impatto ambientale e climatico della produzione primaria, garantendo al contempo un equo ritorno economico per gli agricoltori e i produttori. Basti pensare alle misure del PSR Sicilia 2014-2020, e a quel volano di sviluppo possano rappresentato dai fondi del PNRR che prevede interventi immediati e diffusi per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese”.

“Il problema dunque, non sono  le risorse, ma una strategia e una volontà  politica – sottolinea Di Silvestro – Per questo torniamo a chiedere ascolto alla politica, pronti a sederci  attorno un tavolo tecnico, concreto e fatto di persone competenti tanti a livello politico quanto a livello amministrativo. “

“A livello locale abbiamo raccolto la disponibilità  dell’amministrazione di  Barcellona a farsi portavoce delle istanze dei produttori  e creare una cabina di regia – ha ricordato  il presidente Enzo Li Voti – ma è  chiaro che serve fare rete sul serio, e non a parole”

Se l’Unione Europea crede ancora che il Sud possa seguire un percorso di ripresa e crescita – ha concluso Di Silvestro – non la pensa allo stesso modo evidentemente la politica perché la bocciatura dei progetti presentati dalla regione Siciliana, così come i tagli all’ultima PAC ancora bruciano e sono la conferma di come l’inefficienza e la incompetenza siano alla base dei nostri mali, non imputabili ad altro o ad altri”. 

Maltempo: Cia, raccolto allagato e semina a rischio. Perso già 70% produzione

Sicilia ancora in ginocchio. Serve manutenzione territorio

Catania, 17 novembre – Campi inondati e serre stravolte, migliaia di ettari di colture stagionali sott’acqua, in asfissia e attaccate dai funghi, per umidità e pioggia. Semina allo stallo e produzione annacquata già per il 70%. Questo il quadro drammatico che emerge  da una prima ricognizione di Cia-Agricoltori Italiani, dopo l’ultima ondata di maltempo che ha messo in ginocchio l’agricoltura del sud, con Sicilia in testa. “Le precipitazioni sparse e continue, forti venti, trombe d’aria e bombe d’acqua continuano a danneggiare le aziende agricole e la vita di intere comunità – commenta il presidente Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro – Contro i cambiamenti climatici serve cambio di approccio e manutenzione seria del territorio, lanciamo l’ennesimo appello alle istituzioni”.

La conta dei danni tra agrumeti, carciofeti e ortive in pieno campo,  il persistere di tanti fenomeni atmosferici avversi, non che può risolversi per Cia non solo con il necessario ristoro dei danni, ma anche con interventi consistenti in prevenzione e cura, di corsi d’acqua e strade, investimenti in ricerca e innovazione per la lotta al dissesto idrogeologico e la salvaguardia della sicurezza nei centri abitati e nella viabilità. Ne sono triste dimostrazione le morti in aumento a causa di inondazioni e trombe d’aria, ultima quella nel ragusano, le perdite di animali negli allevamenti, le strutture distrutte e in tanti casi motore dell’economia e dei servizi locali.  

In Sicilia, già stanca per oltre 20 giorni di piogge, la situazione non accenna a placarsi. Non si può raccogliere, non si può seminare. Nella zona orientale, danni pesanti sono stati subiti dalle coltivazioni del limone Igp e dagli ortaggi. Stessa sorte a quelli tra Siracusa e Ragusa dove continuano le grandinate e le trombe d’aria. “Oltre agli agrumeti, sono letteralmente distrutti i campi di finocchi e insalata – prosegue DI Silvestro – i ristori ci devono essere, ma senza una politica seria di gestione del territorio, gli imprenditori agricoli non investiranno più in queste zone, non reimpianteranno gli agrumeti trascinati dalla piena. Prevarrà la paura di perdere tutto di nuovo”.

La questione è sempre aperta, conclude Cia, e il tema manutenzione deve essere tra le priorità del Governo come già sollecitato con il progetto “Il Paese che Vogliamo”. Bisogna ragionare su scala nazionale e dialogare a livello territoriale, guardando all’opportunità del PNRR e ai fondi per la transizione ecologica.