Caro bollette: Anp-Cia a Governo, rischio indigenza per milioni di anziani

Non sono più sufficienti i provvedimenti, pur apprezzabili, che il Governo ha inserito nella legge di Bilancio. Servono misure straordinarie per evitare che tantissimi pensionati, soprattutto quelli con assegni al minimo, precipitino di colpo in una condizione d’indigenza, impossibilitati a far fronte all’aumento esponenziale del costo della vita, tra caro energia, inflazione ed effetti della pandemia. È l’allarme lanciato da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani.

In particolare, secondo l’Anp, rispetto alla crescita record delle bollette di luce e gas, oltre a un intervento eccezionale di contenimento, serve una strategia a breve e a lungo termine per superare, da una parte, la dipendenza dall’estero sull’approvvigionamento energetico, dall’altra per aumentare la produzione da fonti rinnovabili, investendo per esempio sull’agri-fotovoltaico. Inoltre, occorre intervenire sulla composizione dei costi attribuiti in bolletta, abbattendo i cosiddetti costi di sistema che oggi incidono fino al 50% sulla cifra totale rispetto ai consumi reali. È una situazione ingiusta per tutti, ma che diventa insostenibile per i redditi bassi.

Quanto alla ripresa dell’inflazione, per Anp-Cia sta avendo conseguenze immediate e gravi sui prezzi dei beni essenziali, a cominciare da quelli alimentari, producendo effetti devastanti, soprattutto per i soggetti meno abbienti. L’Istat ha registrato un forte aumento di persone in condizione di povertà assoluta, in particolare di quelle con minore protezione sociale, come i pensionati a basso reddito.

Infine, c’è il Covid, che continua a essere un’emergenza sanitaria, economica e sociale. In due anni la pandemia ha sconvolto gli equilibri sociali, procurato danni enormi in termini di vite umane, messo sotto pressione il sistema sanitario e i settori produttivi, fatto precipitare il Paese in una crisi senza precedenti. E gli anziani continuano a pagare il prezzo più alto: per loro, anche ora, precauzioni e distanziamento spesso significano isolamento sociale.

“Questo non è il Paese che Vogliamo -dichiara il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. La legge di Bilancio ha ignorato i pensionati al minimo, non ci sono stati benefici significativi dal decreto fiscale per i ceti sociali più bassi. Solo sulla sanità c’è stato uno sforzo importante, ma oltre all’emergenza Covid, c’è da recuperare un arretrato enorme di visite e interventi, che richiederà un impegno straordinario e di lunga durata”. Adesso, aggiunge, “c’è bisogno di uno sforzo ulteriore da parte del Governo per evitare una ‘tempesta perfetta’ a danno di milioni di anziani”.

Da parte sua, conclude Del Carlo, “l’Anp-Cia continuerà a battersi per la difesa dei pensionati, per assegni dignitosi e servizi socio-sanitari adeguati nelle aree interne e rurali, per la tutela del ruolo sociale degli anziani nella società”.

Campagne sotto assedio: tra calamità naturali e aumenti sconsiderati di materie prime alla Piana di Catania imperversano furti, danneggiamenti e pascoli abusivi

“L’aumento del costo delle materie prime di almeno il 30% è solo l’ultima tegola che arriva sulla testa degli agricoltori della Piana di Catania, che si inserisce in un quadro più complesso”. A lanciare l’allarme è il presidente della Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, che dall’inizio dell’anno ha programmato una serie di incontri con gli amministratori e i referenti CIA dei comuni etnei della Piana di Catania per sostenere con forza le legittime rivendicazioni della categoria, nei confronti del Governo Nazionale e della Regione Siciliana. 

“Come se i lampi e i tuoni precipitati tra ottobre e novembre scorsi non fossero stati abbastanza – ha ironizzato  Di Silvestro –  sono piovuti dal cielo anche aumenti insostenibili per le casse dei produttori. A triplicare nel giro di poche settimane sono stati soprattutto i prezzi del gasolio per i mezzi di campagna, dell’energia elettrica che alimenta le pompe per il sollevamento dell’acqua necessaria per irrigare i campi. In piena semina del grano, posticipata di un mese a causa delle scorse alluvioni, abbiamo assisto al rincaro di mangimi, dei concimi, dei semi. Grandi disagi anche per i produttori dell’uva da tavola – aggiunge Di Silvestro – che in questo periodo dell’anno provvedono alla copertura dei campi per anticipare la produzione, costretti fare i conti anche con gli aumenti della plastica e dell’acciaio”.

L’ultimo incontro si è tenuto a Caltagirone alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente provinciale Francesco Favata, del responsabile Cia Caltagirone, Salvatore Grassiccia e dei componenti Cia Calogero Giancone e Salvo Grosso, dell’assessore alle Attività Produttive del comune calatino, Piergiorgio Cappello e dei delegati delle frazioni di Granieri, Titti Metrico, e di Piano San Paolo, Nicolò Caristia.

“Sono territori – ha ricordato il presidente Di Silvestro – già pesantemente colpiti dalle alluvioni e dal ciclone mediterraneo Medicane che hanno mandato in rovina gran parte dei prodotti, pregiudicando anche i raccolti successivi, e mandato in frantumi argini, recinzioni, scoperchiato tetti di capannoni e stabilimenti. Ogni azienda piange centinaia di migliaia di euro  di danni, senza avere ricevuto ancora un solo euro di indennizzo o ristoro”.  

Ma i partecipanti alla riunione hanno evidenziato anche altre emergenze. “Sono emersi anche – ha ripreso Di Silvestro – i vecchi soliti problemi che non riusciamo ad estirpare, come i  furti nelle campagne, saccheggi veri e propri, i danneggiamenti alle strutture, i pascoli abusivi.  Fenomeni che mostrano, neppure troppo velatamente, una regia di prepotenza e di prevaricazione per il controllo del territorio”. 

“Per questo – ha concluso Di Silvestro – abbiamo scritto al Prefetto di Catania, richiamando l’attenzione sull’ultimo protocollo d’intesa sottoscritto qualche tempo fa, assieme alle Forze dell’Ordine e le associazioni rappresentative degli agricoltori, che aveva l’obiettivo  di concertare un’azione di contrasto nei confronti della criminalità, che colpisce miratamente le imprese agricole”.

Agricoltura, l’abbandono delle campagne e l’allarme Cia Sicilia Orientale

Il presidente Giuseppe Di Silvestro, “E’ inaccettabile che i nostri figli siano costretti a fare la valigia mentre  sono tanti gli stranieri che ormai  in Sicilia, hanno trovato l’America”

La Regione siciliana investa sui giovani in agricoltura, servono strumenti e risorse per trasformare i vecchi terreni dei nonni in attività agricole 4.0 innovative ed ecosostenibili

L’allarme della Cia di Barcellona, il presidente Enzo Li Voti: “Il vasto comprensorio che si  estende tra Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Capo d’Orlando, tra i più colpiti dell’isola per abbandono delle attività, agricole: gli anziani vanno in pensione e i giovani non ci credono più”

L’allarme arriva da quell’angolo di Sicilia tanto suggestivo, incastonato tra i Peloritani, i Nebrodi e le Madonie che si affaccia sul mar Tirreno. Un territorio fertile compreso tra i comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Capo d’Orlando, ricco di storia e di un patrimonio ambientale che tuttavia rischia di cedere all’incuria e al declino idro-geologico, orfano dei vecchi  custodi della terra, gli agricoltori.  

“La Regione siciliana investa sui giovani in agricoltura, servono strumenti e risorse per trasformare i vecchi terreni dei nonni in attività agricole 4.0 innovative ed ecosostenibili”, dichiara presidente di Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro, che ha raccolto  il grido di allarme dei  produttori della zona. 

“Il vasto comprensorio della provincia di Messina è tra i più colpiti dell’isola per abbandono delle attività agricole – aggiunge il presidente di Cia Barcellona, Enzo Li Voti – gli anziani vanno in pensione e i giovani non ci credono più, c’è una totale assenza di manodopera”. 

“Le recenti e drammatiche notizie di cronaca delle alluvioni che hanno colpito indistintamente tutta la nostra regione dovrebbero far riflettere in tanti – sottolineano Di Silvestro e Li Voti – “Certo, sono eventi straordinari, ma sulle cui conseguenze pesi la responsabilità della politica che per quarant’anni ha lasciato in abbandono i territori, con la manutenzione all’osso di fiumi, torrenti, colline, affidata quasi  esclusivamente alle iniziative dei contadini che oggi hanno abbandonato la terra per età o per mancata redditività”. 

“E’ tutta la Sicilia uno scrigno di tutelare e valorizzare – aggiunge Di  Silvestro – E’ inaccettabile che i nostri figli siano costretti a fare la valigia mentre sono tanti gli stranieri ormai che nella nostra regione trovano l’America, portano i capitali, trasformano le vecchie masserie in agriturismo, boutique country hotel, fanno bio- agriturismo e produzioni innovative”. “Eppure la Regione siciliana ha gli strumenti finanziari per poter fare fronte a progetti nuovi e innovativi, nel rispetto della compatibilità ambientale, come prevede  l’Agenda 2030 e la strategia Farm to Fork, che è al centro del Green Deal europeo, indirizzata a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente, perseguendo la riduzione dell’impatto ambientale e climatico della produzione primaria, garantendo al contempo un equo ritorno economico per gli agricoltori e i produttori. Basti pensare alle misure del PSR Sicilia 2014-2020, e a quel volano di sviluppo possano rappresentato dai fondi del PNRR che prevede interventi immediati e diffusi per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese”.

“Il problema dunque, non sono  le risorse, ma una strategia e una volontà  politica – sottolinea Di Silvestro – Per questo torniamo a chiedere ascolto alla politica, pronti a sederci  attorno un tavolo tecnico, concreto e fatto di persone competenti tanti a livello politico quanto a livello amministrativo. “

“A livello locale abbiamo raccolto la disponibilità  dell’amministrazione di  Barcellona a farsi portavoce delle istanze dei produttori  e creare una cabina di regia – ha ricordato  il presidente Enzo Li Voti – ma è  chiaro che serve fare rete sul serio, e non a parole”

Se l’Unione Europea crede ancora che il Sud possa seguire un percorso di ripresa e crescita – ha concluso Di Silvestro – non la pensa allo stesso modo evidentemente la politica perché la bocciatura dei progetti presentati dalla regione Siciliana, così come i tagli all’ultima PAC ancora bruciano e sono la conferma di come l’inefficienza e la incompetenza siano alla base dei nostri mali, non imputabili ad altro o ad altri”. 

Maltempo: Cia, raccolto allagato e semina a rischio. Perso già 70% produzione

Sicilia ancora in ginocchio. Serve manutenzione territorio

Catania, 17 novembre – Campi inondati e serre stravolte, migliaia di ettari di colture stagionali sott’acqua, in asfissia e attaccate dai funghi, per umidità e pioggia. Semina allo stallo e produzione annacquata già per il 70%. Questo il quadro drammatico che emerge  da una prima ricognizione di Cia-Agricoltori Italiani, dopo l’ultima ondata di maltempo che ha messo in ginocchio l’agricoltura del sud, con Sicilia in testa. “Le precipitazioni sparse e continue, forti venti, trombe d’aria e bombe d’acqua continuano a danneggiare le aziende agricole e la vita di intere comunità – commenta il presidente Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro – Contro i cambiamenti climatici serve cambio di approccio e manutenzione seria del territorio, lanciamo l’ennesimo appello alle istituzioni”.

La conta dei danni tra agrumeti, carciofeti e ortive in pieno campo,  il persistere di tanti fenomeni atmosferici avversi, non che può risolversi per Cia non solo con il necessario ristoro dei danni, ma anche con interventi consistenti in prevenzione e cura, di corsi d’acqua e strade, investimenti in ricerca e innovazione per la lotta al dissesto idrogeologico e la salvaguardia della sicurezza nei centri abitati e nella viabilità. Ne sono triste dimostrazione le morti in aumento a causa di inondazioni e trombe d’aria, ultima quella nel ragusano, le perdite di animali negli allevamenti, le strutture distrutte e in tanti casi motore dell’economia e dei servizi locali.  

In Sicilia, già stanca per oltre 20 giorni di piogge, la situazione non accenna a placarsi. Non si può raccogliere, non si può seminare. Nella zona orientale, danni pesanti sono stati subiti dalle coltivazioni del limone Igp e dagli ortaggi. Stessa sorte a quelli tra Siracusa e Ragusa dove continuano le grandinate e le trombe d’aria. “Oltre agli agrumeti, sono letteralmente distrutti i campi di finocchi e insalata – prosegue DI Silvestro – i ristori ci devono essere, ma senza una politica seria di gestione del territorio, gli imprenditori agricoli non investiranno più in queste zone, non reimpianteranno gli agrumeti trascinati dalla piena. Prevarrà la paura di perdere tutto di nuovo”.

La questione è sempre aperta, conclude Cia, e il tema manutenzione deve essere tra le priorità del Governo come già sollecitato con il progetto “Il Paese che Vogliamo”. Bisogna ragionare su scala nazionale e dialogare a livello territoriale, guardando all’opportunità del PNRR e ai fondi per la transizione ecologica.

Alluvione, l’allarme della Cia Sicilia Orientale: “In ginocchio, i territori della Piana di Catania”.

 

 Lettera aperta alla Regione, chiesto lo stato di calamità e la costituzione di una cabina di regia istituzionale

“I territori della Piana di Catania sono stati messi in ginocchio dalla violenta alluvione che si è abbattuta ieri su tutto il comprensorio  etneo e calatino. In poche ore, la pioggia battente (oltre 250mm) e le raffiche di vento ad oltre 100km/h, hanno causato ingentissimi danni strutturali ed infrastrutturali alle aziende agricole”. A dichiararlo è il presidente Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro, che ha inviato oggi una lettera al presidente della regione Siciliana Nello Musumeci, agli assessori Marco Falcone (Infrastrutture) e Toni Scilla (Agricoltura), al dirigente generale della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina.

“Chiediamo che venga proclamato lo stato di calamità e che si costituisca una cabina di regia istituzionale, da convocare con estrema urgenza al comune di Scordia, per un’immediata ricognizione dei danni strutturali ed infrastrutturali e affinché vengano emanate misure straordinarie per il riassetto e ripristino delle strade principali e secondarie, si monitorino i danni e si concertino le misure future per la regimentazione delle acque. Al tavolo si riuniscano Genio Civile, Protezione Civile, gli assessorati all’Agricoltura e alle Infrastrutture, le organizzazioni professionali agricole, i sindaci dei comuni colpiti”.

“A 24 ore dal ciclone i danni quantificati sono già enormi alle attività agricole – sottolinea Di Silvestro – sono stati colpiti soprattutto i comuni di Palagonia, Ramacca, Scordia, Paternò, Randazzo, Francofonte e Lentini (salvo ulteriori e più approfonditi accertamenti). Non parliamo ancora di danni alla produzione. Le piogge alluvionali hanno causato smottamenti di natura idrogeologica, interruzione di strade e linee ferrate, esondazioni di torrenti. Inoltre vi sono stati allagamenti di interi appezzamenti di terreno, deposito di detriti vegetali e pietrosi, dissesto di strade provinciali, interpoderali e poderali”.

 

 

 

Pensioni: Anp-Cia, alzare assegni ad agricoltori rispettando Consulta

Settore ai livelli più bassi, ma sentenza parla chiaro. Bene aumento per quelle d’invalidità.

 

Le pensioni degli agricoltori sono ancora le più basse, ferme a 515 euro, mentre la sentenza della Consulta, la 152 del 22 luglio scorso, parla chiaro e, oltre a imporre l’incremento a sostegno degli invalidi civili totali, ha innescato la revisione anche delle minime. Governo ne tenga conto, interviene Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani pur soddisfatta per l’applicazione della sentenza nel Dl Agosto per quel che riguarda le pensioni d’invalidità, portate a 651,51 euro.

Anp-Cia plaude alla decisione del Governo su questa materia che consente di superare una situazione da molti anni segnalata come fonte d’ingiustizia e disagio sociale, ma non può che evidenziare, ancora una volta, anche le condizioni dei pensionati al minimo, costretti a vivere con un assegno che non consente di provvedere ai bisogni fondamentali e a una vita dignitosa. In questo senso la sentenza della Corte Costituzionale si esprime anche per le pensioni minime, ferme a 515,07 euro.

Inoltre, Anp-Cia, ricorda che la Carta Sociale Europea individua in 650 euro il livello minimo degli assegni da erogare. Oltre a essere, dunque, un problema di giustizia sociale, è anche un riconoscimento del valore di tanti lavoratori. E vale soprattutto per gli agricoltori che hanno svolto un’opera fondamentale per il Paese, assicurando beni essenziali come il cibo e la tutela del territorio. Ora, sottolinea Anp-Cia, si ritrovano tra i più poveri e, in molti casi, costretti a lavorare anche in età avanzata con tutti i rischi per l’incolumità e la salute che questo comporta.

“Il tema delle pensioni minime deve essere affrontato con serietà e rigore nella prossima legge di Bilancio 2021 -interviene il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo- nella quale risulterà senz’altro possibile rintracciare le risorse necessarie”.

“La cosiddetta pensione di cittadinanza -aggiunge Del Carlo- non ha dato soluzione a questo problema, in quanto la stragrande maggioranza dei pensionati non ha potuto accedervi a causa dei previsti criteri restrittivi, mentre l’epidemia del Covid-19 ne ha aggravato notevolmente le condizioni. Continueremo a batterci per i pensionati e gli anziani -conclude il presidente nazionale di Anp-Cia, Del Carlo- affinché vengano loro riconosciuti assegni dignitosi e servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali d’Italia”.

 

Furti nelle campagne, il presidente Di Silvestro, “noi agricoltori prigionieri dei delinquenti”

Dopo l’incontro in Prefettura del Comitato dell’Ordine e della Sicurezza sull’emergenza furti nelle campagne. Dichiarazione del presidente Giuseppe Di Silvestro

Abbiamo chiesto di intervenire per arginare un fenomeno criminoso che non si arresta, quello dei furti continui nelle campagne di cui gli agricoltori sono vittime. I produttori sono prigionieri dei delinquenti perché, costretti a presidiare le proprie aziende di giorno e di notte per evitare le razzie in azienda, sono esposti non solo ai danneggiamenti materiali, con la perdita del prodotto migliore e del reddito, ma anche alle minacce fisiche. Chiediamo un intervento forte da parte dello Stato affinché faccia presidiare il territorio dalle Forze dell’Ordine”. Lo dichiara il presidente della Mia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro a margine dell’incontro del Comitato dell’Ordine e la Sicurezza, con i rappresentanti dei comuni e le organizzazioni di categoria, che si è tenuto questa mattina alla Prefettura di Catania per affrontare l’emergenza furti nelle campagne.

La Cia, alla Green Week a Paternò: azione congiunta per la tutela del verde

Una settimana intensissima dove il verde  è stato protagonista nell’ambito “Green week”, l’evento europeo sposato in Sicilia dalle città di Paternò e Catania. La Cia Sicilia Orientale non ha mancato l’appuntamento, allestendo un proprio gazebo  in piazza, a disposizione dei visitatori.  “Green week” non è stato un semplice calendario  di iniziative tra arte, cultura, lettura, musica, dibattiti, visite guidate, passeggiate in bici, escursioni, workshop, teatro, proiezioni, esposizioni, spettacoli e flash mob, ma una vera presa di coscienza rispetto alle tematiche ambientali. presente dil  direttore della Cia Graziano  Scardino “La tutela del verde non più opera di pochi ma azione congiunta di un’intera comunità, perché il verde è vita”. Non a caso lo slogan scelto per l’evento è “rinverdiamo la città, rinfreschiamo il clima”.
L’evento è stato suddiviso in quattro  azioni: “clean your city” (per la pulizia di porzioni di territorio), “green installations” , “event” e”tutela della natura”.
La Cia ha partecipato, in particolare, assieme ad altre associazioni alla seconda azione, “green installations”  che ha previsto  12 appuntamenti per la cura e installazioni di piante e verde.

Agrinsieme, ripartiamo con la cooperazione per affrontare i nodi del settore

Agrumicultura, emergenza idrica, consorzi di bonifica, Imu agricola. Riparte da questi temi l’azione di Agrinsieme che questa mattina ha riunito in una conferenza programmatica il coordinamento costituito dalle Organizzazioni professionali e dalle centrali cooperative di CIA, Confagricoltura, Alleanza Nazionale delle Cooperative (Legacoop, Confcooperative e AGCI), Copagri.  sul tema “La scommessa del comparto agroalimentare per il futuro della Sicilia e delle imprese “.

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Al tavolo, coordinato da Giosuè Catania, Cia, Giuseppe Di Silvestro, CIA Sicilia Orientale, Giovanni Selvaggi, Confagricoltura, il portavoce di Alleanza nazionale Cooperative, Gaetano Mancini e presidente Confcooperative,  Giuseppe Giansracusa  Legacoop , Salvatore Falletta, legacooperative settore agroalimentare, Salvino Russo AGCI.

L’ammodernamento degli impianti produttivi per dare valore alla qualità, alla competitività nei mercati al consumo e garantire un adeguato sostegno alle politiche di filiera salvaguardando i redditi e l’occupazione deve essere il filo conduttore di politiche governative che nell’ambito di una non più rinviabile attuazione del riconoscimento delle condizioni di Insularità della Sicilia, determini scelte di vantaggio sulle politiche fiscali, sui costi di trasporto, sul lavoro, sulla logistica e sulle infrastrutture. È notorio che servono interventi robusti ed efficaci per superare l’emergenza ed una lungimirante programmazione per far fronte sul piano strutturale alle necessità del sistema Agroalimentare del nostro territorio.

Attualmente la grave crisi non risparmia alcun settore: lo stato di siccità ha di fatto contribuito a rendere sofferente la produzione agricola che peraltro subisce una concorrenza spesso sleale dell’importazione di prodotti dall’estero a basso prezzo e di dubbia qualità, tale da rendere insostenibile la conduzione dell’azienda agricola costretta a vendere a prezzi che non compensano neanche i costi di produzione. E’ il caso delle produzioni in serra, dei prodotti orticoli a pieno campo, del comparto zootecnico privo di foraggio, delle superfici a grano duro in forte ritardo di crescita, del comparto agrumicolo caratterizzato da ingenti quantitativi di piccolo calibro, poco graditi al mercato del fresco e pagati poco dall’industria di trasformazione.  Lo stato di emergenza nel settore idrico e le gravi responsabilità storiche sia nella gestione della bonifica in Sicilia che nei mancati interventi strutturali e di manutenzione degli impianti irrigui assieme alla quasi inesistente disponibilità di acqua negli invasi, conferma lo stato di calamità del settore e la necessità di interventi concreti ed indifferibili che allo stato attuale risultano insufficienti e tardivi. E’ necessario quindi un impegno comune affinché si dichiari lo stato di Calamità Naturale individuando le risorse finanziarie utili a tenere in vita le aziende agricole sia dal punto di vista fiscale, tributario e delle imposte che dal punto di vista finanziario per la ripresa economica delle aziende.

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Agrumicoltura:

  • fondamentale riproporre l’urgenza della realizzazione del catasto agrumicolo per avere un quadro di certezze in merito a dove, cosa,  quanto e come si produce nel settore e in base a questo disegnare le opportune strategie di programmazione aderenti alle esigenze del mercato.
  • Ribadire con forza un piano di rilancio dell’agrumicoltura Siciliana e Nazionale, che valorizzi le opportunità offerte dal riconoscimento comunitario IGP, punti alla diffusione del prodotto biologico, aiuti la diversificazione produttiva e l’allargamento del calendario produttivo, affermi la validità dell’innovazione e della ricerca finalizzata al miglioramento delle cultivar e alla conquista dei mercati sia per il prodotto fresco che per il trasformato.
  • Una cabina di regia Nazionale per programmare gli interventi necessari finalizzati all’ammodernamento dell’agrumicoltura, oggi fortemente frammentata nelle dimensioni aziendali, con età media elevata degli impianti ed età media elevata degli addetti.
  • L’industria di trasformazione dovrebbe impegnarsi ad assorbire notevoli quantitativi di prodotto, anche al fine di creare scorte. Garantire la produzione di succhi Siciliani tracciando la filiera in modo da verificare la rispondenza tra produzioni agrumicole Siciliane contrattate e consegnate e quantitativi di succo prodotto.  Bisogna garantire ai produttori un congruo incentivo finanziario rispetto agli attuali prezzi di riferimento industriale e sollecitare il Governo Regionale a garantire il rispetto degli impegni tra le parti, favorendo anche la stipula di accordi interprofessionale e piani di conferimento pluriennale non più rinviabili..
  • Intervento finanziario nel corso dei prossimi 5/6 anni tale da favorire una vera e diffusa ristrutturazione dell’agrumicoltura Siciliana sia dal punto di vista della difesa contro le fitopatie conosciute  (tristeza )che nuove ( citrus black spot e greenin ).

 

Acque Irrigue

  • superare l’attuale stato di commissariamento che dura da oltre 20 anni riducendo i Consorzi di Bonifica da 11 a 2., affrontare in un’ottica di bacino gli aspetti relativi al personale, alle opere infrastrutturali, alla distribuzione e al pagamento dei servizi in virtù dei benefici ricevuti, diversificando la base impositiva proprio per i nuovi compiti che gli Enti di bonifica dovranno assolvere;, predisporre il percorso di netta separazione della vecchia gestione con la nuova ed evitare che i debiti del passato pesino come un macigno sul futuro, garantisca il trasferimento delle risorse al fine di migliorare i servizi e garantire l’acqua agli agricoltori; procedure elettorali per CDA di agricoltori utenti.
  • sull’emergenza dettata dal persistente stato di Siccità e dalla carenza di acqua invasata che desta forti preoccupazioni per la prossima stagione irrigua urge un Incontro per il Bacino idrografico Sicilia Orientale per verificare e/o definire un piano straordinario di interventi che affronti la evidente crisi idrica.
  • Potenziare il sistema di sollevamento dell’invaso di Lentini utilizzando le risorse disponibili per distribuire acqua nella Piana di Catania. Verificare la connessione tra le reti consortili procedendo a lavori urgenti e straordinari di ripristino. Utilizzo dell’acqua disponibile nell’invaso Nicoletti (Enna ) da immettere con un sistema di adduzione nello schema Ogliastro/Pozzillo verificando con urgenza i lavori da compiere
  • Verifica delle opere irrigue e dei progetti in essere relativi al rifacimento del canale di quota 100 (ponte monaci) crollato circa 9 anni fa e il completamento già definito e ormai inderogabile dell’invaso Pietrarossa.
  • Si decida in merito alle priorità sui grandi interventi relativi allo stato strutturale delle dighe con problemi di interramento e limiti di invasamento, i collegamenti tra invasi, lo stato di salute delle reti scolanti e delle condotte idriche nonché lo stato dell’arte delle centrali di sollevamento e la loro funzionalità.
  • Affrontare in un’ottica di programmazione dei grandi interventi, lo stato strutturale delle dighe compresi i limiti di invasamento imposti dal Servizio Regionale Dighe, i collegamenti tra invasi, lo stato di salute delle reti scolanti e delle condotte idriche nonché lo stato dell’arte delle centrali di sollevamento e la loro funzionalità.
  • attivare una serie di misure finanziarie che il Governo Regionale e Nazionale devono mettere a disposizione al di là delle buone intenzioni e dei programmi a lungo termine. Lo stesso suggerimento di alcuni rispetto all’utilizzo dei dissalatori nel breve periodo risulta fuorviante e privo di reale utilità almeno in Sicilia. Argomento da verificare dal punto di vista tecnico, finanziari e dalla adattabilità logistica.
  • Cosi come sul’’utilizzo delle acque reflue, sulla conservazione delle acque piovane e di scorrimento e sulla lotta agli sprechi, va affermata una cultura diversa di efficienza, trasparenza e di obiettivi comuni nel supremo interesse delle comunità e del territorio.

 

IMU sui Terreni Agricoli

 

  • Ancora oggi nonostante l’abolizione dell’IMU dal 2016 – ritenuta ingiusta dal Governo Nazionale –, pende il peso dell’imposta per il 2014 e 2015. Una battaglia vinta a metà che chiama il Governo ad un atto di grossa responsabilità per venire incontro alle esigenze finanziarie dei Comuni e garantire le aziende agricole da un’ingiustizia subita e insostenibile.
  • La Corte Costituzionale in ultimo, limitatamente alle questioni sollevate dal TAR del Lazio, le ha ritenute non fondate affermando che non sia stata violata la riserva di legge con l’utilizzazione dell’elenco ISTAT così come predisposto.
  • Il giudizio dovrà comunque proseguire davanti al TAR del Lazio che superata ora la questione di illegittimità costituzionale, dovrà decidere se il provvedimento come formulato sia legittimo, atteso che la questione sottoposta alla Consulta non costituiva l’unico motivo di impugnazione.
  • Bisogna rivedere gli estimi catastali aumentati a dismisura e non rispondenti ai valori reali degli immobili, ridefinire le rendite perché non si può chiedere agli agricoltori di versare allo Stato una tassa che, nella migliore delle ipotesi, equivale al reddito prodotto.”
  • Mettere mano alla riforma del Catasto per essere più vicina alle condizioni reali del mercato, a vantaggio di tutti e nel rispetto della massima trasparenza. Le nostre aziende sopportano un carico fiscale e burocratico insostenibile. Sarebbe una stangata senza precedenti per l’agricoltura già penalizzata dai costi crescenti, dall’aggravio dei trasporti, dall’importazione sleale dei prodotti dall’estero, dalle continue avversità atmosferiche degli ultimi quattro anni  dalle carenze infrastrutturali e alla contrazione del credito.

 

 

 

 

Nuovi equilibri nelle filiere: gli agricoltori affermano qualità e territorio

Cia-Catania

A Catania, domani 25 gennaio al via la  Settima Assemblea elettiva Congressuale CIA Sicilia Orientale, Hotel Parco degli Aragonesi

Affronterà il nuovo paradigma innovazione e filiere, lo sviluppo sostenibile, le nuove strategie per le imprese agricole, la settima Assemblea elettiva congressuale della CIA Sicilia Orientale dal titolo “innovare per vincere le sfide future”, che si terrà domani, giovedì 25 gennaio a Catania,  all’hotel Parco degli Aragonesi di viale Kennedy, a partire dalle 9,30. Una lunga giornata di lavori, nel corso della quale verranno eletti i nuovi vertici provinciali, e precede di un  mese il rinnovo nazionale in programma nel  mese di febbraio.  Saranno presenti, tra gli altri, Il presidente nazionale Dino Scanavino, il presidente regionale Rosa Giovanna Castagna e il direttore Francesco  Costanzo,  la Giunta provinciale al completo con il presidente Giuseppe Di Silvestro, il vice presidente vicario  Giosuè Catania, il direttore Graziano Scardino.

Tra i temi centrali, quindi, il ruolo dell’agricoltura nella prospettiva dello sviluppo sostenibile (orizzonte 2030) che torni a coniugare produttività (capacità di nutrire il pianeta), competitività (fornire reddito agli operatori), sostenibilità (tutelare e valorizzare il capitale naturale). Un’innovazione che guardi al legame con il territorio, alle filiere, al nuovo rapporto con il mercato delle imprese che puntano sempre più su qualità e “made agroalimentare in Italy”. Ma anche le questioni  più  cogenti  a livello  locale dalla tanto attesa riforma dell’agenzia Agea, la riforma del consorzi di bonifica per una migliore gestione dell’emergenza idrica, una maggiore programmazione e minori pastoie burocratiche, supporto alle giovani aziende e il Psr.

E poi, verrà affrontato il capitolo della Politica Agricola Comunitaria (PAC)  con i collegamenti alle politiche del credito, sul lavoro, per il welfare. E naturalmente il ruolo della rappresentanza sindacale, dal rapporto con il mondo agricolo  al dialogo con la società  civile e istituzionale.

L’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile con i suoi 17 obiettivi traccia la principale strada da seguire. Una strategia complessa che guarda al futuro attraverso una visione integrata dello sviluppo basata su quattro pilastri: economia, società, ambiente ed istituzioni. Negli obiettivi di sviluppo sostenibile l’agricoltura e gli agricoltori giocano un ruolo fondamentale. La lotta alla fame ed alla povertà non è possibile senza l’aumento della produttività e del reddito degli agricoltori.

Oggi nel mondo si deve saper coniugare produttività, competitività e sostenibilità, salvaguardando, al tempo stesso, la biodiversità e la ricchezza dei diversi sistemi agricoli – territoriali planetari. Il sistema produttivo del futuro, dovrà essere efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile e competitivo. È la crescita inclusiva, che prevede investimenti e partecipazione delle persone, mediante livelli d’occupazione elevati e di qualità, per sostenere lo sviluppo socio economico delle aree rurali. Anche questo è un ambito su cui l’agricoltura è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista essendo un settore che fornisce un importante contributo in termini di PIL e di posti di lavoro. Per consentire agli agricoltori di poter continuare a svolgere la preziosa funzione di gestione delle terre, il modello di sviluppo dovrà essere governato da regole chiare, condivise e certe. Ciò richiede una politica per lo sviluppo rurale che sostenga l’agricoltura che più ha necessità, che elimini le rendite parassitarie e dia prospettive di successo agli agricoltori, ai giovani che scelgono l’impresa agricola e decidono di non abbandonare le aree interne e svantaggiate.