Per la nuova legge di riforma dei Consorzi di Bonifica siciliani il primo passo è fatto. Proprio ieri il disegno di legge che porta la firma del governo è stato esitato dalla 3a Commissione Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana. Il testo, predisposto dall’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, andrà adesso in Commissione Bilancio per poi approdare in Aula. Il disegno di legge messo in campo dal governo Schifani per procedere alla terza riforma dei consorzi di bonifica prevede la rivoluzione del sistema con la riduzione da tredici a quattro consorzi di grandi dimensioni (la precedente riforma li aveva già ridotti a due, ma in realtà i vecchi continuavano ad operare).

I nuovi quattro organismi, si legge in una nota della Regione, saranno individuati sul principio dell’omogeneità dei bacini idrografici, in una logica di miglioramento dei servizi agli agricoltori, ma soprattutto di ammodernamento dell’infrastrutturazione irrigua. La proposta legislativa interviene inoltre sulla governance, restituendo centralità al ruolo degli agricoltori dopo anni di assenza dalla gestione dei consorzi che da oltre trent’anni sono affidati a commissari.

La riforma è attesa da anni e dovrebbe mettere fine una volta e per tutte alla lunga querelle sui Consorzi di Bonifica su cui più volte aveva cercato di intervenire l’Anbi, l’Associazione nazionale delle Bonifiche Italiane, che spingeva per superare l’anomali tutta siciliana di una gestione commissariale iniziata nel lontano 1992. 

La nuova proposta di riforma giunge in un momento in cui la situazione è giunta da più parti al collasso con l’impossibilità di assicurare il servizio irriguo in vaste aree dell’Isola investite a colture di pregio che rischiano di perire. Pare giunto finalmente il momento per intervenire sulle condizioni strutturali necessarie a garantire in maniera regolare il servizio irriguo agli agricoltori siciliani, eliminando sprechi, disservizi, inefficienze che troppo spesso, nel passato, ne hanno condizionato l’attività. Alla principale novità della riduzione del numero dei Consorzi si accompagna la previsione di transito di tutto il personale attualmente in servizio.

Secondo Giosuè Catania, coordinatore di Giunta della Cia Sicilia orientale, che da tanti anni segue per l’organizzazione di categoria regionale i temi e le politiche della bonifica e dell’irrigazione, «nel Ddl esitato dalla 3a Commissione dell’Ars viene ribadito ciò che, secondo gli auspici di tutti, dovrebbero essere i consorzi di bonifica in un mondo dove tutto procede a meraviglia». E in politichese stretto ha poi affermato: «La nostra attenzione non può che essere di positiva sensibilità rispetto ad una riforma capace finalmente di disporre strumenti efficienti per un’agricoltura che vive una fase di profondo cambiamento e che avrà sempre più bisogno di acqua, capacità di conservazione, manutenzione e ristrutturazione delle reti e degli invasi». Quindi ha posto l’accento su quello che non è stato ancora chiarito. Ovvero il grave e pesante indebitamento dei Consorzi di bonifica. «La riforma – aggiunge Catania – diventa davvero attrattiva se si affronta in modo definitivo la massa debitoria accumulata dagli attuali Consorzi di bonifica che vanno azzerati una volta e per tutte. Così da consegnare agli agricoltori strumenti snelli, efficienti e privi di incrostazioni debitorie e burocratiche».

E ancora il riferimento a quelle che rappresentano vere proprie novità (anche se nella impostazione serperiana della bonifica integrale erano il fulcro del ruolo dei consorzi), ovvero i servizi da rendere alla collettività. «I servizi di assetto idrogeologico, di grande manutenzione territoriale d ambientale appartengono alla comunità – ha sottolineato l’esponente della Cia – e quindi al pubblico. Pertanto considerato che il servizio consortile si paga se si riceve, bisogna definire in modo chiaro il beneficio indiretto, anche alla luce delle ultime sentenze emesse in regioni vicine la nostra».

E per finire la programmazione. Secondo Catania, e quindi secondo la Cia, «dovrà essere costituita una Agenzia Regionale che si occupi della programmazione degli interventi di natura idraulica, di rifacimento delle reti e di rafforzamento delle infrastrutture. Non sembra possibile che il previsto ufficio interconsortile possa assolvere ai compiti che la legge gli assegna».

Lascia un commento

In voga