Milleproroghe: nulla per l’agricoltura in crisi

Comunicato CIA Nazionale

Milleproroghe. un vero pasticcio, un ennesimo regalo ai furbidelle quote latte, una nuova umiliazione per l’agricoltura in crisi. 

Il presidente della Cia Giuseppe Politi: ancora una volta completamente ignorate le gravi difficoltà delle imprese agricole. Senza interventi a sostegno delle Associazioni degli allevatori e del settore bieticolo-saccarifero e senza il “bonus gasolio”, si preannuncia uno scenario drammatico. All’indifferenza di governo e maggioranza risponderemo con la mobilitazione. La vicenda delle quote latte ha accumulato un debito di oltre 4 miliardi di euro, più di 170 euro a testa per i contribuenti italiani. 

“Un vero pasticcio, un ennesimo regalo per i furbetti delle quote latte, una nuova umiliazione per la nostra agricoltura che vive una drammatica crisi”. Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi si è espresso sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto Milleproroghe che aveva ricevuto rilievi dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano e che oggi, con la fiducia, ha avuto il via libera dalla Camera.

“Come è stato per il vecchio testo del decreto, anche sul nuovo -ha aggiunto Politi- ribadiamo tutto il nostro forte dissenso. Governo e maggioranza ancora una volta hanno ignorato la pesante situazione delle imprese agricole italiane. Sono ormai tre anni che attendiamo riposte concrete, ma continua soltanto il valzer delle promesse mancate. Nel Milleproroghe non ci sono gli interventi finanziari indispensabili a sostegno delle Associazioni degli allevatori (per le quali si apre ora uno scenario drammatico) e del settore bieticolo-saccarifero e il “bonus gasolio” per le serre. Tutte misure che nella discussione parlamentare delle settimane scorse erano state introdotte, per poi essere definitivamente cancellate. Un’assurdità. Senza questi provvedimenti sono a rischio migliaia di posti di lavoro e il futuro di tantissime imprese agricole”.

“Alla fine ci troviamo di fronte alla vergogna del nuovo slittamento del pagamento delle multe per le quote latte, che ormai prelude ad un condono tombale. Per questi furbetti -ha rimarcato il presidente della Cia- si sono recuperate le risorse finanziarie, mentre per migliaia di imprenditori agricoli onesti che non riescono ad andare avanti, perché oberati da costi insostenibili (a cominciare da quello del carburante che ha raggiunto livelli stellari), silenzio totale. Uno schiaffo, una mortificazione. Ignorata ogni legalità che proprio nella vicenda delle quote latte troppe volte è stata calpestata. Una questione che dal 1984 ha accumulato un debito nei confronti dell’Ue di oltre 4 miliardi di euro. Così ogni contribuente italiano si è trovato pagare un conto da oltre 170 euro a testa per via della cattiva applicazione del regime delle quote latte nel nostro Paese”.

“Un quadro desolante. Un’indifferenza che ci indigna. E’ un atteggiamento che non possiamo più tollerare. L’inerzia del governo nei confronti del settore primario è sconcertante e avvilente per gli imprenditori agricoli e per le loro famiglie. Andare avanti così significa decretare la fine dell’agricoltura. Per questo motivo non ci faremo certo schiacciare dal disinteresse. Fin dalle prossime settimane daremo forza e determinazione alla mobilitazione, con manifestazioni, che auspichiamo anche unitarie, per salvare il futuro di migliaia di agricoltori”.

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