Patronato INAC in Piazza
9 Maggio 2011 Lascia un commento
Nel 2009 le domande presentate al patronato Inac per usufruire dei sussidi di disoccupazione ordinarie e requisiti ridotti sono state 170 e quelle di invalidità civile 340; l’anno successivo, e cioè nel 2010 , le domande di disoccupazione sono salite a 302, e per l’invalidità civile a 778. E per i primi mesi del 2011 la preoccupazione aumenta: il dato delle disoccupazioni è addirittura di 342 domande al 31 marzo.
Sono questi i dati catanesi divulgati stamattina dall’Inac , il patronato della Cia, la Confederazione italiana agricoltori che anche quest’anno ha organizzato “Inac in piazza per te” un appuntamento che si è tenuto in contemporanea in decine di città sparse in tutte le regioni. A Catania il gazebo per informare i cittadini, offrire loro bicchieri di succo di arancia rossa, ma soprattutto consegnare il materiale informativo per un servizio totalmente gratuito a vantaggio del cittadino, è rimasto attivo per tutta la mattinata di oggi.
Moltissimi i cittadini interessati al tema dell’ammortizzazione sociale, e dunque del sostegno al reddito. Inevitabile, per il presidente della Cia Francesco Costanzo, il responsabile dell’Inac Alfio Cosentino e per la responsabile dell’organizzazione della Cia, Anna Villari, imbattersi in storie di disoccupazione.
“Siamo usciti dai nostri uffici- ha detto Costanzo- per comunicare ai cittadini il significato di un patronato, il valore dei servizi che vengono offerti gratuitamente e per divulgare diritti che ancora a molte persone restano sconosciuti”.
L’altro tema al centro dell’iniziativa Inac, l’invalidità civile, sta causando non pochi problemi a tutti i cittadini che hanno diritto ai benefici per la loro inabilità. A distanza di un anno dalle nuove modalità di presentazione on line, che avrebbero dovuto velocizzare i tempi di definizione delle domande, si sono, invece, creati ritardi insostenibili che pesano sulle categorie sociali più deboli. Gli invalidi sono diventati “ostaggi della telematica”, soffocati dalla burocrazia. E così un loro sacrosanto diritto diventa sempre più un vero e proprio miraggio.
“E’ inevitabile che tra gli effetti della crisi ci sia anche l‘aumento delle richieste di assistenza- spiega Cosentino- ma a fronte di ciò, Stato e Regione rispondono in maniera insufficiente: quello che si può fare, anche senza denaro, è migliorare gli aspetti burocratici che spettano scoraggiano proprio chi , di questi servizi, avrebbe un gran bisogno”.